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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-01-25

Brunetta: 500 euro ai giovani dalle pensioni. L'ira di Pd e Cgil

Fornire ai giovani 500 euro al mese di "sgravi, detrazioni sugli affitti, prestiti, ecc" per aiutarli a metter su casa da soli, lontani da mamma e papà. Il ministro Renato Brunetta torna alla carica sul tema dei 'bamboccionì, ma questa volta incassa una secco stop da Palazzo Chigi: "è un'idea del tutto personale del ministro, mai concordata all'interno del Governo".

Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta in diretta da Hammamet su Rtl

"Bamboccioni?

Ci vuole una legge che obblighi i figli ad uscire di casa a 18 anni"

"Sono arrivato a 30 anni che non ero capace di rifarmi il letto".

Calderoli: "Brunetta l'ha fatta fuori dal vaso"

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero:

2° Pensiero 2010-01-25

Me lo stavo aspettando che il Ministro Brunetta puntasse alle Pensioni.

Caro Ministro, visto che per lei c'è disponibilità economica, per aiutare i giovani in maniera concreta, io propongo che i 500 Euro che lei vorrebbe dare loro per andare fuori di casa, aumentando la loro precarietà economica, visto il conto della spesa sotto riportato, siano invece dati per l'assunzione a tempo indeterminato alle aziende che investono in Innovazione, Ambiente, Energie Rinnovabili a Basso Costo ( eliminando le distorsione della mafia, malaffare, speculazione economica), Risparmio Energetico, Ricerca, Made in Italy e simili .

Comunque sig. Ministro i soldi non si azzardi a prenderli dalle Pensioni dei Lavoratori, dipendenti o professionisti o artigiani o imprenditori, li tiri fuori dalle super pensioni da 50000 Euro anno in su.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

1° Pensiero 2010-01-18

Siamo in un momento di crisi dell'economia planetaria, tutti sanno che la stragrande maggioranza dei giovani non ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, si parla di aiuto alle famiglie, ed il ministro viene con la storiella che i giovani dovrebbero andare fuori di casa a 18 anni.

Caro ministro, ma lo sa Lei cosa significa mantenere una casa aperta, per di più da parte di chi non ha un grande salario e non ha la certezza del posto di lavoro ?

Avere una casa significa spendere da 400 a 1000 Euro/mese di fitto, circa 20 Euro/mese di spese condominiali, 30 Euro/mese di spese per acqua e fogna, 50 Euro/mese di energia eletrica, 100 Euro/mese di riscaldamento, 100 Euro/mese di spese varie extra per la casa, per la colazione e cena, che viceversa sono conglobate con risparmio nel managment della famiglia.

Oltre a questo c'è il risparmio di tempo che viceversa bisognerebbe dedicare alle pulizia della casa, asl rifarsi il letto, alla cucina, al bucato e stiratura, almeno 2 ore al giorno, se non addirittura ad altre spese per una domestica ad ore per la pulizia.

Fra l'altro questo significa anche un ulteriore spreco di Energia Elettrica, Gas, Acqua, Depurazione, ed anche far lievitare i prezzi degli affitti, che già risente dalla carenza di alloggi, dalla speculazione che lascia alloggi sfitti per far lievitare i prezzi, dalla mancanza di una politica che scoraggi il mantenimento di alloggi sfitti (sia per abitazione che per servizi e negozi, ecc.).

Quindi da 700 a 1300 Euro/mese in più oltre le normali spese fuori di casa, che viceversa potrebbero essere dirotate verso un investimento più concreto quale l'accquisto di una casa, se si consentisse ai giovani di accedere ad un mutuo

La copertura, anche in assenza di un lavoro a tempo pieno potrebbe essere data dal Fondo dei TFR dei lavoratori dipendenti.

Mi sembra che quanto sopra esposto parli da se senza ulteriori commenti.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

AVVENIRE

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2010-01-25

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-01-25

L'opposizione e i sindacati: "Pura propaganda. Dica cose serie"

Brunetta: "Ai giovani 500 euro al mese"

Palazzo Chigi: "Posizione personale"

Il ministro: "Agire sulle pensioni di anzianità, Tremonti è d'accordo". Governo: "Posizione mai concordata"

Renato Brunetta (LaPresse)

Renato Brunetta (LaPresse)

MILANO - Cinquecento euro al mese per i giovani, agendo sulle pensioni di anzianità, per aiutarli così a uscire di casa. È la proposta anti-bamboccioni che il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha avanzato durante la puntata di Domenica In su Raiuno. Ma in serata viene smentito duramente da Palazzo Chigi: "Quella del ministro Brunetta è un'idea del tutto personale, una posizione mai concordata all'interno del governo", dice una nota ufficiale.

BAMBOCCIONI - "La verità - ha detto Brunetta, tornando sul tema del fenomeno dei "bamboccioni" - è che la coperta è piccola e quindi non ci sono risorse per tutti. Secondo me si deve agire sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età. Facendo in questo modo si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese" ha spiegato il ministro, sottolineando che su questa proposta "è d'accordo anche il ministro Tremonti". In tv Brunetta ha riconosciuto che "una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che sono quelli che difendono i genitori", ma per il ministro si deve andare nella direzione di dare "meno ai genitori e più ai figli". "L'Italia - ha aggiunto il ministro - è piena di giovani perbene, che rischiano e che vogliono la libertà. La colpa, se hanno la libertà tarpata, è nostra, dei loro genitori".

LA NOTA - Dopo le dichiarazioni a Domenica In di Brunetta, il portavoce del ministro della Pubblica amministrazione ha fatto delle precisazioni attraverso una nota: "Qualsiasi intervento a favore dei giovani come i 500 euro di sgravi, detrazioni sugli affitti, borse di studio, prestiti d'onore, incentivi per autoimprenditorialità e altro, ipotizzati oggi dal ministro Brunetta su Raiuno, va realizzato, come ha ben precisato lo stesso ministro, senza aggravare in alcun modo il deficit di bilancio della spesa corrente". "Le risorse necessarie - si legge ancora nel comunicato - vanno quindi reperite intervenendo interamente sulle anomalie e sulle distorsioni del sistema pensionistico e di welfare che, come noto, dà troppo ai padri e quasi nulla ai figli". "Su questa e altre ipotesi a favore dei giovani - conclude la nota - il dibattito è aperto e il ministro Brunetta ne parlerà nei prossimi giorni con i competenti membri del Governo, a partire dai ministri Tremonti, Sacconi, Meloni e Gelmini".

REAZIONI - La proposta fatta da Brunetta in tv non è comunque piaciuta a Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della sinistra. "La proposta di dare soldi ai giovani togliendoli ai pensionati è delinquenziale. Punta a scatenare una guerra tra poveri dentro un folle conflitto tra generazioni. Si tassino i grandi patrimoni, le rendite e i redditi più alti". "Brunetta, nella sua voglia di comparire, ha affrontato un argomento drammaticamente serio con una proposta che suona come una battuta o una vera e propria sparata", ha detto Filippo Penati, capo della segreteria politica Pd e candidato presidente della Lombardia. "Si facciano cose serie senza demagogie o proposte assurde". Per Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori, "invece della riduzione delle tasse, arriva la promessa di 500 euro per i giovani da finanziare con le pensioni invece che con i soldi degli evasori. A rimetterci sono sempre gli stessi, le fasce sociali più deboli, e il vantaggio è sempre dei soliti furbetti del quartierino". Nettamente contrari anche i sindacati. Per il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, "Brunetta, sempre in cerca di visibilità, ha esternato un'altra delle sue boutade, in modo irresponsabile e provocatorio. Non serve a nessuno in questo Paese alimentare contrapposizioni di tipo generazionale". Per Domenico Proietti, segretario confederale della Uil con delega alla previdenza, l'idea di Brunetta "sembra una proposta che toglie ai poveri per dare ai poveri".

PRO BRUNETTA - La maggioranza fa quadrato intorno a Brunetta. "Contro le proposte di Brunetta si è levata un’assemblea di immobilisti e conservatori, di comunisti ideologici, verdi del no a tutto, sindacalisti desiderosi di mantenere una società ingessata", ha commentato il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, all'Adnkronos dice che "da tempo auspichiamo e rivendichiamo la necessità di redistribuire con maggiore equità le risorse del welfare a favore delle giovani generazioni".

"ABBIAMO TOCCATO UN NERVO SCOPERTO" - In mattinata Brunetta era tornato a esprimersi sul tema dei "bamboccioni" anche ai microfoni di Rtl. Ricordando le polemiche scatenate la scorsa settimana dalla sua proposta di far uscire "per legge" i diciottenni da casa, Brunetta ha detto: "L'ho detto per scherzo, come paradosso, ma è successa un'ira di Dio perché evidentemente abbiamo toccato un nervo scoperto, che è quello del familismo da un lato e del bamboccionismo culturale prodotto dai nostri egoismi dall'altro". Insomma, quella sulla 'legge anti-bamboccionì era solo "una lucida provocazione", mentre per Brunetta la vera colpa "non è dei giovani ma dell'egoismo e della miopia dei genitori, che sono iperprotetti dal welfare e lasciano pochissimo spazio di lavoro e garanzie ai giovani, e in cambio se li tengono in casa". Per il ministro della Pubblica amministrazione, al di là delle polemiche, bisogna fare "un esame di coscienza, dare prospettive di libertà di scelta ai giovani e non di costrizione: non c'è lavoro, nelle università non ci sono campus e borse di studio, la preparazione delle università non è abbastanza buona. Infine - ha detto Brunetta - tra pensioni di anzianità e welfare, tutta la stabilità va ai padri, mentre tutta la flessibilità rimane ai figli".

Redazione online

24 gennaio 2010

 

 

2010-01-18

Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta in diretta da Hammamet su Rtl

"Bamboccioni? Ci vuole una legge che obblighi i figli ad uscire di casa a 18 anni"

"Sono arrivato a 30 anni che non ero capace di rifarmi il letto". Calderoli: "Brunetta l'ha fatta fuori dal vaso"

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Il ministro della Pubblica amministrazione e dell'Innovazione Renato Brunetta (Ansa)

Il ministro della Pubblica amministrazione e dell'Innovazione Renato Brunetta (Ansa)

MILANO - Anche il ministro dell'efficienza nella pubblica amministrazione, Renato Brunetta è stato un "bamboccione": lo rivela lui stesso nella consueta intervista a Rtl ricordando di essere "arrivato a 30 anni che non ero capace di rifarmi il letto". E, ora, arriva a proporre la sua idea di una legge che "obblighi i figli ad uscire di casa a 18 anni". "Fino a quando non sono andato a vivere da solo era mia madre che la mattina mi rifaceva il letto. Di questo mi sono vergognato", ha detto, commentando la condanna di un padre costretto da un giudice a pagare gli alimenti ad una figlia trentaduenne ancora fuori corso all'università. Più in generale, i bamboccioni "sono le vittime di un sistema e organizzazione sociale di cui devono fare il "mea culpa" i genitori. Ho condiviso Padoa-Schioppa quando ha stigmatizzato questa figura che mancava però di analisi: i bamboccioni ci sono perché si danno garanzie solo ai padri, perché le università funzionano in un certo modo, perché i genitori si tengono i privilegi e scaricano i rischi sui figli. La colpa insomma è dei padri che - ha continuato il ministro - hanno costruito questa società". Ma Brunetta lancia la sua proposta: "Obbligherei per legge i figli ad uscire di casa a 18 anni".

CALDEROLI - Il ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, commenta la proposta di Brunetta."Sono stato il primo, sabato, a schierarmi contro i cosiddetti "bamboccioni" ma l'amico Brunetta, con la proposta di una legge per far uscire i giovani dalla famiglia al raggiungimento dei 18 anni, mi sembra l'abbia fatta fuori dal vaso". "Questa proposta rappresenterebbe, infatti, un ingerenza inaccettabile nella vita delle famiglie, dei singoli e delle loro decisioni - aggiunge -. La regola, che deve valere per tutti, è quella dei principi dettati dal buon senso: occorre che si tenga conto delle esigenze e condizioni di ogni singolo caso, cosa che non si è fatta, evidentemente, nella sentenza del tribunale di Bergamo relativa al mantenimento della studentessa 32enne fuori corso". Secondo Calderoli "quello che conta per i nostri giovani, è favorirne la crescita, la maturazione, la formazione e l'ingresso nel mondo del lavoro: in questo senso lo Stato può essere determinante, ma deve impedire che del farsi mantenere se faccia una professione , ma tutto questo non deve necessariamente coincidere con il raggiungimento della maggiore età".

DONADI - Questa volta Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, sembra essere d'accordo con Calderoli: "Fuori casa a 18 anni per legge? L'ennesima proposta senza senso di Brunetta. Ai ragazzi italiani servono lavoro e formazione, di norme inutili non sanno che farsene". "Non è con le parole di Brunetta che decidono di andare a vivere da soli. Il problema non è la pigrizia dei giovani, ma la grave carenza di lavoro - aggiunge -. Comprendiamo il gusto della provocazione di Brunetta, la sua ricerca di visibilità, ma la sua proposta conferma solo che vende fumo e non fatti concreti".

SINDACO A VENEZIA - Ma il ministro Brunetta nel corso del suo intervento ha parlato anche di altro. Anche della sua possibile candidatura a sindaco di Venezia. "Sindaco di Venezia? Per ora non si sa nulla: amo tantissimo la mia città ma non mollerò nulla", ha detto Brunetta ripetendo che nulla è ancora deciso: "Vediamo cosa succede, la vita riserva tante sorprese ma io continuerò, in ogni caso, a fare il ministro". Brunetta in collegamento da Hammamet con Rtl per la consueta intervista della domenica ha infatti detto di aver "preso un impegno con 60 milioni di italiani" e di volerlo portare a termine fino alla fine della legislatura.

FISCO - Sul calo delle tasse "Berlusconi forse si era fatto prendere un po' dall'entusiasmo ma intendeva dire che, da subito è possibile realizzare solo una semplificazione fiscale". "La semplificazione delle tasse si può fare anche subito, non c'è nessun vincolo di finanza pubblica e di questo parlava anche il presidente Berlusconi. Cosa diversa - ha spiegato il ministro - è la riduzione della pressione fiscale che si può fare quando le condizioni economiche lo consentiranno". "Se il Pil del 2010 resterà, come previsto su livelli attorno all'1%, non è possibile una riduzione fiscale". Brunetta ha precisato che è necessario che l'Italia "cominci a crescere tra l'1,5% e il 2% l'anno: solo allora si potrà cominciare a parlare di alleggerimento della pressione fiscale. Anche Berlusconi ha ribadito che il calo della pressione fiscale è un obiettivo del governo ma all'interno della legislatura e compatibilmente con l'andamento di crescita del paese". Brunetta ha ricordato che il paese esce da un calo del Pil del 5% circa, "cosa mai vista per decenni e che non ci ha consentito di fare altro che pagare gli ammortizzatori sociali che ci sono costati la bellezza di 3-4 miliardi di euro".

Redazione online

17 gennaio 2010(ultima modifica: 18 gennaio 2010)

 

 

REPUBBLICA

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2010-01-25

Burrascosa telefonata con il ministro della Funzione pubblica "improvvisatore"

Il premier si schiera con il ministro dell'Economia: si vota, niente scherzi

Brunetta, Tremonti chiede smentita

"Ora basta invasioni di campo"

di FRANCESCO BEI

Brunetta, Tremonti chiede smentita "Ora basta invasioni di campo"

Tremonti e Brunetta

SPEGNERE subito l'incendio, prima che diventi argomento da campagna elettorale. Isolare "l'incendiario" Brunetta, prima che scoppi una nuova lite nel governo. Ecco dunque il timbro dell'ufficialità di Palazzo Chigi: una nota per dire che l'idea del ministro della Funzione Pubblica - dare 500 euro al mese ai giovani, togliendo soldi alle pensioni d'anzianità - "con il governo non c'entra niente, non è mai stata discussa collegialmente, è una sua iniziativa personale". Un comunicato preteso da Giulio Tremonti e condiviso questa volta anche da Silvio Berlusconi, attento a non aprire un pericoloso fronte polemico in campagna elettorale. "A due mesi dalle elezioni - è il ragionamento del Cavaliere - non ci possiamo permettere di giocare sulle pensioni".

Ma è sempre la rivalità tra i due economisti Tremonti e Brunetta (anzi, il ministro della Funzione Pubblica nega al collega il titolo di "economista") a spiegare il nuovo caso scoppiato nel governo. Una competizione mai sopita, anche se dall'entourage di Brunetta assicuravano ieri che tra i due "adesso il clima è assolutamente tranquillo".

Il fatto che è il titolare del Tesoro sarebbe pure passato sopra l'ennesima provocazione del ministro-candidato sindaco di Venezia. Se non fosse che il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone - che con Brunetta condivide l'impostazione liberista - ha pubblicamente avallato l'iniziativa del "più ai figli meno ai padri", dandole in qualche modo il crisma del partito. A questo punto Tremonti non poteva restare a guardare. Prima si è rivolto a Berlusconi: "Basta invasioni di campo, su queste materie decido io. E comunque abbiamo persino un comitato dentro il Pdl per discutere, senza contare che Brunetta potrebbe parlarne prima in Consiglio dei ministri. Silvio, ci devi pensare tu". Ma la smentita di Palazzo Chigi tardava ad arrivare. Così, ammaestrato dall'esperienza (altre volte infatti Berlusconi si è servito di Brunetta come testa d'ariete per bypassare i rigori tremontiani), il ministro dell'Economia decide di fare da solo.

Prende quindi il telefono e affronta direttamente a brutto muso il rivale. Perché su una "materia esplosiva" come le pensioni "un membro del governo non può fare battute improvvisate". Del resto proprio il giorno prima Tremonti, parlando ad Arezzo alla convention del Pdl, aveva rivendicato a sé il merito di non aver fatto "macelleria sociale", sacrificando "le pensioni e la sanità" all'abbassamento delle tasse.

Una vexata quaestio, quella della riduzione fiscale, che vede Tremonti contrapposto allo stesso Berlusconi, ma con un alleato fondamentale: Umberto Bossi. Non a caso anche il Senatùr avrebbe accolto ieri con fastidio l'uscita di Brunetta, ricordando che "le pensioni d'anzianità riguardano soprattutto gli operai del Nord e nessuno le deve toccare". Nel silenzio generale della maggioranza sulla proposta Brunetta, spiccava quindi la sonora bocciatura del Carroccio: "E' una sparata domenicale". Il vicepresidente della commissione Bilancio del Senato, il leghista Massimo Garavaglia, è stato incaricato dall'alto di stroncare un'iniziativa che "ha poco senso". E questo perché "le pensioni di anzianità, soprattutto quelle del settore privato della generazione passata, sono frutto di 40 anni di sudato lavoro. Una volta si iniziava a lavorare a 14 anni e quindi sarebbe ingiusto toccare questi diritti acquisiti".

Insomma Tremonti, spalleggiato dalla Lega (e persino da Berlusconi, per una volta) ha preteso una doppia smentita. Quella di Palazzo Chigi e quella del diretto interessato. Arrivata infatti a stretto giro con una nota del portavoce brunettiano, Vittorio Pezzuto, in cui si precisavano i due punti che stanno più a cuore a Tremonti. Primo: "Qualsiasi intervento va realizzato senza aggravare in alcun modo il deficit di bilancio della spesa corrente". Secondo: "Di questa ipotesi il ministro Brunetta ne parlerà con i competenti membri del governo, a partire dai ministri Tremonti, Sacconi, Meloni e Gelmini". A partire da Tremonti, appunto.

© Riproduzione riservata (25 gennaio 2010) Tutti gli articoli di Economia

 

2010-01-24

Il ministro della Funzione pubblica: "Diamo 500 euro ai figli che escono di casa"

Poi la secca nota da Palazzo Chigi: "Idea del tutto personale e mai concordata

"Meno soldi alle pensioni di anzianità"

Brunetta lancia "bonus anti-bamboccioni"

Cgil: "Boutade irresponsabile e provocatoria. No a contrapposizioni generazionali". Uil: "Toglie ai poveri per dare ai poveri"

Pd: "Proposta che suona come una battuta o una sparata". L'Idv: "Il ministro vincerà il Nobel delle sciocchezze"

"Meno soldi alle pensioni di anzianità" Brunetta lancia "bonus anti-bamboccioni"

ROMA - Agire sulle pensioni di anzianità per reperire risorse. Tali da dare 500 euro al mese ai giovani per aiutarli ad uscire di casa. E' la nuova idea di Renato Brunetta, che solo pochi giorni fa aveva proposto una legge che obbligasse i ragazzi a uscire di casa a 18 anni. Il ministro della Funzione Pubblica ha lanciato la sua proposta durante la puntata odierna di "Domenica In - L'Arena", su RaiUno. Ma in serata palazzo Chigi ha precisato che quella del ministro Brunetta è un'idea del tutto personale, una posizione mai concordata all'interno del governo.

"La verità", ha detto Brunetta, "è che la coperta è piccola e quindi non ci sono risorse per tutti. Secondo me si deve agire sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età. Facendo in questo modo si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese. Solo che una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che sono quelli che difendono i genitori. Meno ai genitori e più ai figli". Ma, secondo il ministro, "l'Italia è piena di giovani perbene, che rischiano e che vogliono la libertà. La colpa, se hanno la libertà tarpata, è nostra, dei loro genitori".

Le reazioni. E la replica dei sindacati non si è fatta attendere. "Il ministro Brunetta, sempre in cerca di visibilità, ha esternato un'altra delle sue boutade, in un modo anche un po' irresponsabile e provocatorio". E' il commento di Carla Cantone, segretario generale dei pensionati della Cgil, secondo la quale "non serve a nessuno in questo Paese alimentare contrapposizioni di tipo generazionale". Per il segretario confederale della Uil con delega alla previdenza, Domenico Proietti, è "una proposta che toglie ai poveri per dare ai poveri". Secondo il sindacalista "in Italia abbiamo il problema di rivalutare le pensioni, che hanno perso potere acquisto. Il problema dei giovani deve essere affrontato nell'ambito di una politica di sviluppo che può essere utilmente avviata attraverso la riforma fiscale, annunciata dal governo, che deve essere messa in campo già nei prossimi mesi".

 

Risposte negative anche da parte dell'opposizione. "Brunetta, nella sua voglia di comparire e di far tutto lui, ha affrontato un argomento drammaticamente serio come quello dei giovani che non hanno la possibilità di lasciare la casa dei genitori, con una proposta che suona come una battuta o una vera e propria sparata", dice Filippo Penati del Pd. "Il ministro Brunetta continua a spararle sempre più" grosse. Vincerà il Nobel delle sciocchezze. In quest'arte è il più bravo di tutti, nonostante l'agguerrita concorrenza degli altri ministri", aggiunge il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi. "Brunetta dovrebbe fare proposte più serie perché lui che, con due cariche di ministro e deputato, non sa che con 500 euro al mese non si vive e non si può andare via di casa dai genitori se non c'è lavoro!", afferma il verde Angelo Bonelli. E Paolo Ferrero, portavoce della Federazione della Sinistra, bolla la proposta di Brunetta come "delinquenziale", perché "punta semplicemente e consapevolmente a scatenare una guerra tra i poveri dentro un folle conflitto tra generazioni".

(24 gennaio 2010) Tutti gli articoli di Economia

 

 

 

 

Burrascosa telefonata con il ministro della Funzione pubblica "improvvisatore"

Il premier si schiera con il ministro dell'Economia: si vota, niente scherzi

Brunetta, Tremonti chiede smentita

"Ora basta invasioni di campo"

di FRANCESCO BEI

Brunetta, Tremonti chiede smentita "Ora basta invasioni di campo"

Tremonti e Brunetta

SPEGNERE subito l'incendio, prima che diventi argomento da campagna elettorale. Isolare "l'incendiario" Brunetta, prima che scoppi una nuova lite nel governo. Ecco dunque il timbro dell'ufficialità di Palazzo Chigi: una nota per dire che l'idea del ministro della Funzione Pubblica - dare 500 euro al mese ai giovani, togliendo soldi alle pensioni d'anzianità - "con il governo non c'entra niente, non è mai stata discussa collegialmente, è una sua iniziativa personale". Un comunicato preteso da Giulio Tremonti e condiviso questa volta anche da Silvio Berlusconi, attento a non aprire un pericoloso fronte polemico in campagna elettorale. "A due mesi dalle elezioni - è il ragionamento del Cavaliere - non ci possiamo permettere di giocare sulle pensioni".

Ma è sempre la rivalità tra i due economisti Tremonti e Brunetta (anzi, il ministro della Funzione Pubblica nega al collega il titolo di "economista") a spiegare il nuovo caso scoppiato nel governo. Una competizione mai sopita, anche se dall'entourage di Brunetta assicuravano ieri che tra i due "adesso il clima è assolutamente tranquillo".

Il fatto che è il titolare del Tesoro sarebbe pure passato sopra l'ennesima provocazione del ministro-candidato sindaco di Venezia. Se non fosse che il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone - che con Brunetta condivide l'impostazione liberista - ha pubblicamente avallato l'iniziativa del "più ai figli meno ai padri", dandole in qualche modo il crisma del partito. A questo punto Tremonti non poteva restare a guardare. Prima si è rivolto a Berlusconi: "Basta invasioni di campo, su queste materie decido io. E comunque abbiamo persino un comitato dentro il Pdl per discutere, senza contare che Brunetta potrebbe parlarne prima in Consiglio dei ministri. Silvio, ci devi pensare tu". Ma la smentita di Palazzo Chigi tardava ad arrivare. Così, ammaestrato dall'esperienza (altre volte infatti Berlusconi si è servito di Brunetta come testa d'ariete per bypassare i rigori tremontiani), il ministro dell'Economia decide di fare da solo.

Prende quindi il telefono e affronta direttamente a brutto muso il rivale. Perché su una "materia esplosiva" come le pensioni "un membro del governo non può fare battute improvvisate". Del resto proprio il giorno prima Tremonti, parlando ad Arezzo alla convention del Pdl, aveva rivendicato a sé il merito di non aver fatto "macelleria sociale", sacrificando "le pensioni e la sanità" all'abbassamento delle tasse.

Una vexata quaestio, quella della riduzione fiscale, che vede Tremonti contrapposto allo stesso Berlusconi, ma con un alleato fondamentale: Umberto Bossi. Non a caso anche il Senatùr avrebbe accolto ieri con fastidio l'uscita di Brunetta, ricordando che "le pensioni d'anzianità riguardano soprattutto gli operai del Nord e nessuno le deve toccare". Nel silenzio generale della maggioranza sulla proposta Brunetta, spiccava quindi la sonora bocciatura del Carroccio: "E' una sparata domenicale". Il vicepresidente della commissione Bilancio del Senato, il leghista Massimo Garavaglia, è stato incaricato dall'alto di stroncare un'iniziativa che "ha poco senso". E questo perché "le pensioni di anzianità, soprattutto quelle del settore privato della generazione passata, sono frutto di 40 anni di sudato lavoro. Una volta si iniziava a lavorare a 14 anni e quindi sarebbe ingiusto toccare questi diritti acquisiti".

Insomma Tremonti, spalleggiato dalla Lega (e persino da Berlusconi, per una volta) ha preteso una doppia smentita. Quella di Palazzo Chigi e quella del diretto interessato. Arrivata infatti a stretto giro con una nota del portavoce brunettiano, Vittorio Pezzuto, in cui si precisavano i due punti che stanno più a cuore a Tremonti. Primo: "Qualsiasi intervento va realizzato senza aggravare in alcun modo il deficit di bilancio della spesa corrente". Secondo: "Di questa ipotesi il ministro Brunetta ne parlerà con i competenti membri del governo, a partire dai ministri Tremonti, Sacconi, Meloni e Gelmini". A partire da Tremonti, appunto.

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L'UNITA'

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2010-01-25

Brunetta: 500 euro ai giovani dalle pensioni. L'ira di Pd e Cgil

Fornire ai giovani 500 euro al mese di "sgravi, detrazioni sugli affitti, prestiti, ecc" per aiutarli a metter su casa da soli, lontani da mamma e papà. Il ministro Renato Brunetta torna alla carica sul tema dei 'bamboccionì, ma questa volta incassa una secco stop da Palazzo Chigi: "è un'idea del tutto personale del ministro, mai concordata all'interno del Governo".

Cinquecento euro al mese per i giovani, agendo sulle pensioni di anzianità, per aiutarli così ad uscire di casa. È quanto aveva proposto Brunetta, durante la puntata di "Domenica In" su Raiuno. "La verità - aveva detto Brunetta, tornando sul tema del fenomeno dei "bamboccioni" - è che la coperta è piccola e quindi non ci sono risorse per tutti. Secondo me si deve agire sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età. Facendo in questo modo si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese".

Brunetta aveva riconosciuto che "una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che sono quelli che difendono i genitori", ma per il ministro si deve andare nella direzione di dare "meno ai genitori e più ai figli". Brunetta ha poi spiegato che su questa proposta "è d'accordo anche il ministro Tremonti".

"L'Italia - così Brunetta - è piena di giovani per bene, che rischiano e che vogliono la libertà. La colpa, se hanno la libertà tarpata, è nostra, dei loro genitori". In mattinata il ministro era tornato ad esprimersi sul tema dei 'bamboccioni' anche ai microfoni di Rtl. Ricordando le polemiche scatenate la scorsa settimana dalla sua proposta di far uscire "per legge" i diciotteni da casa, Brunetta ha detto: "L'ho detto per scherzo, come paradosso, ma è successa un'ira di Dio perchè evidentemente abbiamo toccato un nervo scoperto, che è quello del familismo da un lato e del bamboccionismo culturale prodotto dai nostri egoismi dall'altro". Insomma, quella sulla 'legge anti-bamboccionì era solo "una lucida provocazione", mentre per Brunetta la vera colpa "non è dei giovani ma dell'egoismo e della miopia dei genitori, che sono iperprotetti dal welfare e lasciano pochissimo spazio di lavoro e garanzie ai giovani, e in cambio se li tengono in casa".

Sul ministro si era scatenata l'ira della Cgil e del Pd. "Il ministro Brunetta, sempre in cerca di visibilità, ha esternato un'altra delle sue boutade, in un modo anche un pò irresponsabile e provocatorio". È stato il commento di Carla Cantone, segretario generale dei pensionati della Cgil, secondo la quale "non serve a nessuno in questo Paese alimentare contrapposizioni di tipo generazionale".

Replica anche l'opposizione: "Invece delle provocazioni inutili di Brunetta, questo governo dovrebbe affrontare davvero il dramma di troppi giovani che diventano trentenni e più invischiati nel precariato". Lo afferma il deputato Pd Enrico Farinone,

vicepresidente della Commissione Affari Europei. "Come fai a comprare una casa se guadagni mille euro al mese senza certezze per il futuro?" conclude. Per filippo Penati, invece "Brunetta, nella sua voglia di comparire e di far tutto lui, ha affrontato un argomento drammaticamente serio come quello dei giovani che non hanno la possibilità di lasciare la casa dei genitori, con una proposta che suona come una battuta o una vera e propria sparata". Per Donadi dell'Idv, invece, il ministro "continua a spararle sempre più grosse. Vincerà il Nobel delle sciocchezze".

Poche ore dopo l'inizio della bufera, il ministro aveva replicato: "Sconcerta e diverte che una frase pronunciata in tv, che riproduce i termini di un dibattito serio e conosciuto da sempre (il troppo welfare a tutela dei padri che toglie necessariamente risorse a favore i figli) venga rilanciata come se sia un disegno di legge o un'iniziativa del Governo. Si tratta invece di un'idea del ministro Brunetta, che verrà approfondita nei tempi e nei modi possibili, anche in ragione della difficile situazione economica. Forse i Ferrero, i Donadi e i Bonelli potrebbero destinare a miglior causa le loro invettive e offese. Ma tant'è. Per favore, quindi, nessuna

tempesta in un bicchiere d'acqua di laguna".

24 gennaio 2010

 

 

 

Tito Boeri: "I giovani due volte discriminati: su lavoro e welfare"

Il ministro dice e poi si diverte, per la tempesta "in un bicchier d’acqua di laguna" scatenata da una frase detta in Tv. Tanto si diverte che sbaglia, nella nota inviata dal suo ministero, un congiuntivo: "sconcerta che una frase venga rilanciata come se sia un disegno di legge...". Ancora più sconcertato è Tito Boeri: "Francamente basta, un ministro dovrebbe fare prima di parlare".

Il ministro Brunetta propone di dare 500 euro mensili ai giovani, agendo sulle distorsioni del sistema pensionistico.

"Mi sembra una sparata per rimediare alla gaffe sui bamboccioni di qualche giorno fa. Un ministro avrebbe il dovere di non andare in televisione a fare annunci se non ha una proposta concreta. E il governo dovrebbe fare prima di parlare".

Infatti i 500 euro servirebbero a mandare i ragazzi fuori casa.

"Finanziati come e dati a chi? Il vero motivo per cui i giovani rimangono a casa a lungo è che i lavori cui hanno accesso sono pagati molto poco e sono molto instabili. La famiglia svolge la funzione di ammortizzatore sociale. Secondo il Ministro Sacconi è addirittura giusto che sia così. Se si vuole permettere ai giovani che lo desiderano di uscire di casa si faccia una riforma seria degli ammortizzatori che allarghi a loro le protezioni contro la disoccupazione e si affronti davvero il problema del dualismo del mercato del lavoro. A chi poi dovremmo dare questi 500 euro al mese? A tutti i giovani? Ha fatto il Ministro qualche conto su quanto costerebbe? Per dare 500 euro al mese a tutti coloro che hanno tra i 18 e i 24 anni ci vorrebbero 25 miliardi...".

Cosa dovrebbe fare il governo?

"Non servono provvedimenti ad hoc per i giovani, i provvedimenti ad hoc sono trappole. Su lavoce.info abbiamo formulato alcune simulazioni di cosa costa ai giovani il dualismo del mercato del lavoro in termini di minori pensioni future. Sono costi ingenti. Se vogliamo aiutarli dobbiamo allargare gli ammortizzatori sociali anche a chi ha contratti temporanei, pagare loro gli oneri contributivi figurativi se perdono il lavoro, e cambiare il percorso d’ingresso nel mercato del lavoro, immettendoli fin da subito in contratti senza limiti di durata fissati a priori".

Bisogna pensare ora al fatto che i giovani diventeranno vecchi?

"Certo. Oggi è il momento di pensare alle pensioni di domani. Perché, con il sistema contributivo, i salari in ingresso contano tantissimo sulla pensione futura".

Brunetta contrappone i genitori, che hanno tutto, ai giovani che non hanno niente, ma con la recessione ci sono tanti genitori in cassa integrazione o prepensionati che non riescono più ad aiutare i figli.

"La contrapposizione anziani-giovani, se non si fa nulla, potrebbe scoppiare e sarebbe dirompente e drammatica. I giovani sono discriminati due volte, sul mercato del lavoro, come precari e, fuori dal mercato del lavoro, perché non hanno accesso agli ammortizzatori sociali. Avranno pensioni molto più basse di chi li ha preceduti. E hanno ricevuto in dono dalle generazioni precedenti una montagna di debito pubblico. Se si vuole evitare il conflitto si faccia ciò che questo governo ha il potere (e i numeri) di fare: riformare subito ammortizzatori sociali e il percorso di ingresso nel mercato del lavoro. E sarebbe bene accelerare l’entrata in vigore della riforma Dini".

Il ministro Brunetta dice di voler agire sulle pensioni di anzianità che, però, nel 2009 si sono dimezzate.

"È l’effetto del rinvio fatto da Prodi ma, a febbraio, quando si aprirà la finestra, le richieste aumenteranno di nuovo".

E come si può agire sulla spesa pensionistica?

"Sono contrario a interventi coercitivi, si dovrebbe dare a tutti la possibilità di scegliere sulla base di regole flessibili. Chi va in pensione prima (e quindi riceverà le quiescenze più a lungo) avrà una pensione più bassa di chi lavora sino a 65 anni. È un principio di equità, già approvato dagli italiani. Si tratta di applicarlo".

25 gennaio 2010

il SOLE 24 ORE

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2010-01-25

Brunetta: "Bonus ai giovani per uscire di casa". Il premier frena

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La nuova proposta: "Riforma delle pensioni di anzianità e con le risorse 500 euro al mese per aiutare i giovani a partire"

"Agiamo sulle pensioni di anzianità, e con le risorse che si liberano diamo 500 euro al mese ai giovani per aiutarli a uscire di casa. Tremonti è d'accordo". Il ministro della Pubblica amministrazione torna sul tema dei bamboccioni che nello scorso fine settimana aveva affrontato con la proposta di "sfrattarli" per legge dalla casa dei genitori a 18 anni. "L'ho detto per scherzo - ha ribadito oggi Brunetta - ma è successo un finimondo perché ho toccato nervi scoperti, quello del familismo e del bamboccionismo culturale prodotto dai nostri egoismi". Egoismi che per il ministro antifannulloni e neo candidato alla poltrona di sindaco di Venezia si traducono nelle "eccessive tutele" per i padri, che vanno a scapito del futuro dei figli. Anche per questo Brunetta sa che "una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che difendono i genitori", ma per il titolare della Funzione pubblica è venuto il momento di fare "un passo avanti". Le parole del ministro della Pubblica amministrazione hanno scatenato la consueta pioggia di prese di posizione contrapposte. "Brunetta cerca visibilità", taglia corto Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro ed esponente del Pd, mentre per Beppe Fioroni, presidente del Forum Welfare del Partito Democratico, "uno stato che smantella la scuola, taglia risorse a università e ricerca e genera precari deve smetterla di fare spettacolo e passare ai fatti". Accuse respinte al mittente dal portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: "Chi si oppone alle idee del ministro Brunetta cosa propone?". In serata, però, anche Palazzo Chigi è sceso in campo per prendere le distanze dall'idea del bonus ai bamboccioni, che secondo Brunetta aveva già incontrato l'accordo del ministro dell'Economia Tremonti: "La proposta - ha spiegato la presidenza del Consiglio in una nota - è personale e non è mai stata concordata nel governo".

 

 

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